Care e cari,
vi scriviamo per dirvi, ma ve ne sarete già accorti, che le attività della nostra associazione si fermano fino a nuove disposizioni e al rientro dell’emergenza sanitaria.
Per una realtà come la nostra che si fonda sulla prossimità, sulle relazioni, sul senso di comunità e dello stare insieme in un luogo intimo come una casaè una battuta d’arresto che ci apre gli occhi. Per noi che amiamo lo stare vicini, è un contrappasso dover risvegliarsi al fatto che la lontananza magari ci salverà, magari ci proteggerà tutti. Vi salutiamo, per ora, con delle parole belle di una nostra amica che si chiama Denise Lancia, pubblichiamo un piccolo estratto di quello che ha scritto in un post, siamo sicuri che vi servirà come è già servita a noi:
“Chiunque abbia avuto una malattia seria, di quelle che ti cambiano la vita e potrebbero togliertela. Chiunque si sia addormentato in un paese democratico e svegliato sotto dittatura privo di ogni libertà. Chi è stato vittima della guerra o di altri eventi nefasti, di quelli capaci di sottrarti ogni precedente sicurezza. Ma anche gli anziani che perdono il senso di sé o diventano non autosufficienti. Tutti costoro hanno già provato quello che tutti provano in questa epidemia che ci sottrae libertà, abitudini, lavoro e socialità. (…) Di colpo non sei più tu a decidere per te. Sono altri. Ed è sempre un trauma accorgersi che non sei immortale o onnipotente. Un trauma doloroso. Poi però, se non ti lasci prendere dal panico o dalla depressione, ti accorgi che c’è sempre tanto che puoi fare per te stesso e, sorprendentemente, per gli altri. Diventi più empatico e solidale, capisci meglio il valore della salute e della libertà. Lo so che il mio è un pistolotto poco accettabile soprattutto per i più giovani in questa nuova situazione. Eppure mi sento di esortare tutti noi a trovare quanto ci può essere di prezioso nel prendere atto che molte delle cose che diamo per scontate non lo sono affatto. Quando torneranno proviamo a godercele di più. E a lamentarci di meno.”