3X3. Tre poeti per tre serate

logo 3x3 smallL’associazione culturale Marmorata169 continua il suo racconto di città. Lo fa attraverso la poesia, stavolta quella dialettale, che sta vivendo negli ultimi tempi una nuova giovinezza. Per questo, nel ciclo “Parole di città”, ha “convocato” tre poeti per ogni sera, accompagnati, guidati da un musico-cantore ogni volta diverso.

Ha scelto un luogo d’eccezione, l’Antico Bar Mariani, in Via dei Pettinari 44, che conserva lo spirito della vecchia Roma nel luogo e nelle persone.

Nella tre giorni di Festa della poesia romanesca, a cura di Elisabetta Galgani,

ci saranno anche inserti in lingua italiana, a costruire un affresco della nostra città. Non un’immagine edulcorata, una fotografia buona per un santino, ma un ritratto in “movimento”, pieno di contraddizioni, di miseria e di bellezza. Proprio come è la nostra città.

11 dicembre: dalle 19 alle 21:30
Accompagnamento-guida musicale:
Simone Nebbia

Recitano le loro poesie:
1. Leone Antenone detto Scartaccia
2. Er Viandante Grezzo (Michele Costabile)
3. Graziano Graziani

12 dicembre: dalle 19 alle 21:30
Accompagnamento-guida musicale:
Ludovica Valori

Recitano le lore poesie:
1. Paolo Buzzacconi (attraverso la voce di Sara Petrozzi)
2. Valentina Benvenuti
3. Cassandrino Bellicapelli (Marcello Nardo)

13 dicembre: dalle 19 alle 21:30
Accompagnamento-guida musicale:
Stefania Placidi

Recitano le loro poesie:
1. Lella der 29
2. Enea Tomei
3. Stefano Ambrosi detto Zac

+ Ospiti speciali dall’Antico Bar Mariani: er Sor Saverio e Vito

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

info: marmorata169@gmail.com – 3473863739

marmo                                            parolecittà logo2

Il cinema anticolonialista di René Vautier Memorie ritrovate

afrique50-2

 

Marmorata 169 e WSP photography presentano, per il ciclo Memorie ritrovate: Il cinema anticoloniale, “Afrique 50” e “L’Algeria in fiamme” di René Vautier, a cura di Aude Fourel. Incontro e proiezione, venerdì 21 novembre, alle ore 21.

E’ consigliabile la prenotazione inviando una mail a: info@collettivowsp.org

Come e perché scompare un film? Chi ne confonde le tracce, imbrogliando la matassa del ricordo con quella della rimozione? Dove la presa di coscienza si confonde con la coscienza persa? C’è un grande assente, un artefice occulto e sfuggente, in tutti questi interrogativi: il quando.
“Memorie ritrovate” è il frutto di una ricerca, il tentativo di recuperare il tempo perduto: tempo rallentato da riconquistare affrettandosi lentamente, tempo riflesso di luci e ombre, tempo da dedicare alla visione personale e alla condivisione collettiva. Una ricerca per sua aspirazione aperta e randomica: ancora nessuno ne conosce le tappe e le sorprese. Le “Memorie ritrovate” sono memorie riportate alla luce e rinnovate.
“Memorie ritrovate” intende essere anche una denuncia della censura, una protesta attiva contro la memoria negata, annegata in acque torbide. La proiezione di film / proiezione nel passato spiega anche il nostro presente.

L’ALGERIA IN FIAMME (1958)
un film di René Vautier , 20′
versione originale sottotitolata in italiano

René Vautier filma nel 1958 sulla linea del fronte i partigiani algerini che lottano per conquistare l’indipendenza e la libertà del loro paese. Per questo film sarà ricercato in Francia e incarcerato due anni nelle prigioni del GPRA in Tunisia.

AFRIQUE 50 (1950)
un film di René Vautier , 15′
versione originale sottotitolata in italiano

Nel 1949, René Vautier, giovane regista di 21 anni parte in Costa Ivoria per girare un documentario ordinato dalla Lega dell’Istruzione.
René Vautier arriva lì per raccontare «quello che è vero» e decide di non servire gli interessi della propaganda ufficiale, filmando ciò che vede quotidianamente: la mancanza di medici e insegnanti, i crimini commessi dall’esercito francese e lo sfruttamento delle popolazioni colonizzate. Africa 50 è il primo film francese dichiaratamente anticoloniale. Censurato dal 1950 al 1990, porterà 13 accuse a René Vautier e una condanna a un anno di carcere.

INTERVISTA A RENE VAUTIER (2011), 10′
Versione originale sottotitolata in italiano

Tra Testaccio, Ostiense, Marconi Tracce di archeologia industriale

7 tris gasometri small

Un attraversamento urbano lungo le tracce persistenti dell’archeologia industriale: dal progetto della “Terza Roma” al filo rosso che lega l’ex Mattatoio di Testaccio all’ex stabilimento Mira Lanza (oggi Teatro India), tra Ostiense e Marconi.

Epifanie romane che hanno molto da raccontare, se interrogate, come la toponomastica che le attraversa: via del Porto Fluviale, via del Commercio, via delle Conce, il Ponte dell’Industria…

In questa zona della città tutto parla del sogno di una Capitale operaia e industriale che si è realizzato solo in parte, ma che è vivo e parla oggi soprattutto attraverso la sperimentazione di linguaggi altri, come il magnifico museo di street art a cielo aperto, visitabile a qualsiasi ora!

Ritrovo: ore 10 al “Caffé del Seme e la Foglia” (via Galvani 18)

Conduce: Irene Ranaldi

Durata del percorso: circa 2 ore e 1/2

Contributo di partecipazione: 5 euro (tessera annuale Marmorata169)

Prenotazione obbligatoria via mail: marmorata169@gmail.com

Info: 338.5462859

marmocap

Lo sguardo delle “cinepioniere” Donne nei mestieri del cinema

Per il ciclo “Memorie ritrovate” appuntamento al 14 novembre alle 21 “Le cinepioniere” a cura di Nadia Pizzuti  nella sede dell’associazione culturale Marmorata169.

  29
Colmare i vuoti di memoria raccontando lo straordinario lavoro delle pioniere del cinema. È questo lo scopo della rassegna “Le cinepioniere”, di 50 minuti, che rivela come la presenza delle donne nei mestieri del cinema, dalla regia alla recitazione e dalla sceneggiatura al montaggio, fu massiccia e significativa fino al 1930, in Europa e negli Stati Uniti. Mentre, con l’avvento del sonoro, le donne furono a lungo confinate nel ruolo della “star” o in posizioni subalterne.

Dalla francese Alice Guy, la prima regista e produttrice, alle nordamericane Lois Weber e Dorothy Arzner, alla tedesca Lotte Reiniger fino all’italiana Elvira Notari, tutte furono attive sin dagli albori della settima arte, ma sono quasi sconosciute, misconosciute o dimenticate, soprattutto in Italia. Alcune fanno parte delle avanguardie artistiche del ‘900, altre hanno lavorato a Hollywood o in Italia. Solo alcune di loro si dichiaravano femministe, ma tutte mettevano la soggettività femminile al centro del loro lavoro e sono riuscite a ritagliarsi un ruolo originale e indipendente rispetto ai codici cinematografici e spesso al di fuori del sistema degli studios. A Marmorata169, Nadia ci racconterà il lavoro delle pioniere del cinema e il loro rapporto con la città come paradigma della modernità.

info e prenotazioni: marmorata169@gmail.com

La quota per la partecipazione sarà:

5 euro per tessera annuale

 

 

Teatro alla (quinta) scala presenta: Storie di donne morte ammazzate #4

Ad ottobre a Marmorata169 per il ciclo “Teatro alla (quinta) scala” riprendiamo gli appuntamenti con: “STORIE DI DONNE MORTE AMMAZZATE” – barbarie italiana di Betta Cianchini

Nella suggestiva cornice di Via Marmorata169, il pubblico potrà “vivere” due storie acide, dissacratorie e barbaramente italiane in una location “altra” dal Teatro.

Giovedì 23 ottobre, ore 21:

Federica Quaglieri in “Mi sembrava gentile”
Nicola Paduano in : “L’uomo che portava i pantaloni a casa sua”

Dopo lo spettacolo incontreremo anche l’autrice del Progetto Betta Cianchini.

Sarà una serata particolare, dopo i due monologhi ci sarà anche un altro contributo sul tema: vedremo insieme il cortometraggio “Niente sogni dagli sconosciuti” di Simona Cappiello e Virginia Spada, alla presenza dell’autrice Cappiello.

“Mi sembrava gentile”
Lui incontra la donna della sua vita. Lei è magra e rassicurante. Ma è sbadata e malinconica. Da un amore disincantato e appassionato si arriva agli schiaffi. Ma lei pensa anche un po’ di meritarseli perchè non ha una grande stima di sé.

“L’uomo che portava i pantaloni a casa sua”
“Ci sono delle cose che le donne un tempo facevano; che hanno perso la voglia di fare, e hanno fatto male. Io non ti faccio mancare niente e tu non devi mancare in niente.”
Queste sono le parole di uomo qualunque. Italiano e diplomato. Quello che si dice un brav’uomo. Un brav’uomo che paga le tasse. Ma il brav’uomo un giorno non “transige più”. Detta legge. E pretende che le sue teorie divengano assolutamente dei fatti, “dentro casa sua”.

Betta

“Storie di donne morte ammazzate” è un progetto di sensibilizzazione artistica, formazione e informazione sul tema della violenza contro le donne, ideato e scritto da Betta Cianchini e realizzato in collaborazione con l’Associazione Punto D e gli artisti di Spettacoliadomicilio.it.
Dopo il primo spettacolo (nel 2011) le indagini, le interviste e le ricerche non si sono fermate, i casi di femminicidio presi in esame sono stati più di 200 e le storie raccontate sul palco 16. (ma stanno aumentando)
E’ il primo Progetto che ha come referenti gli UOMINI (e quindi le storie di uomini violenti e di uomini che invece scelgono di uscire dalla spirale della violenza). Non a caso il C.A.M. Centro Ascolto Uomini Maltrattanti ha iniziato a collaborare con lo stesso Format ancor prima di aprire la sua sede a Roma.

Grazie all’ospitalità di Via Marmorata 169 la prima ad aderire al Progetto di Betta Cianchini; “Dai teatri chiusi alle case aperte”

INIZIO SPETTACOLI h.21 (solo con richiesta via mail)

Per le vostre prenotazioni è OBBLIGATORIO scrivere a marmorata169@gmail.com (con indicazione: “Teatro alla quinta scala”)

Via Marmorata169, uno spazio aperto, una casa viva a vocazione teatrale.

teatro casa logo def bassa q                                                                 marmo

“L’estraneo” a Marmorata169 Parole di città

Giovedì 9 ottobre alle 21, Marmorata169 ospiterà Tommaso Giagni, scrittore e autore del libro “L’estraneo”, pubblicato da Einaudi. Sarà un buon modo per indagare la nostra città, dalle parole di un “mezzosangue”, a cavallo tra centro e periferia, per raccontare la “lingua” di Roma che accoglie e respinge. Lo faremo come al solito a modo nostro, mescolando parole e musica, vino e chiacchiere nella nostra casa. Vi aspettiamo, celebriamo l’autunno in compagnia.  Accoglieremo anche un’incursione musicale da un anonimo del tutto estraneo a ciò che sta accadendo. La prenotazione è obbligatoria all’email marmorata169@gmail.com. Via mail vi daremo l’indirizzo preciso per partecipare. L’ingresso è gratuito per i nostri soci. Per i non soci: tessera annuale di 5 euro. Copertina Tommaso Giagni L’estraneo di Tommaso Giagni (Einaudi) L’estraneo è un mezzosangue. È figlio della Roma di periferia ma non ci è nato, è cresciuto nella Roma bene senza mai sentirsi accolto. Quando finisce la sua storia con Alba, il giovane guarda in faccia la propria estraneità e decide di azzerare tutto, e ricominciare. Nella “Roma di Quaresima”, estrema periferia. Affitta una stanza nell’appartamento occupato di Andrea, suo coetaneo, che si fa le maschere di bellezza e di sé non racconta nulla, a parte il sogno di avere una Ferrari. Palazzina G di un comprensorio affacciato sul Viale. Qui, in un territorio per il quale ha il passaporto ma del quale non conosce la lingua, l’estraneo prova disarmato e maldestro a «dare del tu alla vita». Tra maniaci del body-building e riti d’iniziazione in gloria al consumismo, tra pellegrinaggi per il Lupo Liboni e guardie devote allo Stato, incontra Marianna. E se ne innamora perché ha bisogno del suo sguardo, per vedersi. Per cercare ostinatamente un’identità.

roma_capitale_centrostorico

Testi, teste e testae di M169 Memorie dal 21 giugno

Marmorata 169

A Testaccio prima der ponte
che va a Porta Portese
c’è er core pursante der quartiere

nun parlo de n’attrazione turistica
o de un club più o meno rinfighettato
ma de un posto sacro

un condominio:
er 169 de via Marmorata
e già questa è na figata.

Durante a guera
tutto er quartiere se nasconneva fra le braccia
de sta mamma de carce e mattoni

sto palazzo
come na balia ne ha protetti tanti
ma ‘nun c’è riuscita co tutti quanti

oggi prima de entrà er core
te inciampa su sette nomi
no,scusate, su sette storie

so storie diverse ma uguali
diversi i colori dell’amore e della vita
ma resi uguali da quelli del dolore e della morte

er dolore della deportazione,
della fucilazione per rappreseglia
der nemico che t’ammazza senza che tu abbia colpa

tu varchi quer portone
e senti na fitta
pensì all’ultima vorta che l’ha varcato uno de sti martiri

ma li condomini che se so sarvati
nun se li so dimenticati
sur marmo dall’oblio l’hanno sarvati

dentro sto condominio combattente
ogni tanto se ritrova un gruppo
de gente

gente diversa,che ama lottare
capire e mijorare er monno
e se stessa

parlamo de l’agitatori curturali
de marmorata 169
sisssignore questo è er nome

n’associazione de gente competente
che senza far male a nessuno
a sto monno infame sotto voce nun je fa passa’ niente

anche er viandante ne fa parte
perchè nun è uno che ama starsene in disparte
e de ragioni pe lotta’ ce ne ha tante

ma tranquilli nun è un covo
pieno de bombe o munizioni
no,è na casa armata de emozioni

ce poi trova’
er teatro ‘e letture
gente che racconta ed insegna

ascoltare,capire
imparare
a nessuno ha mai fatto male

ricordasse la Roma che fu
esse i grado de interpretà
quella che verrà

anche questo fa parte
dei sogni
de sta associazione qua

perchè “il futuro
de questo paese è l’associazionismo
le persone che se mettono insieme

Le pratiche politiche che
tornano ad un umana verità”
qui a Marmorata 169.

Grazie a Er Viandante Grezzo

Monte dei Cocci aperto Appuntamento al 9 novembre

cap

 

marmo.pngmonte

Prossimo appuntamento per l’apertura del Monte dei Cocci: 9 novembre, ore 9:00
ingresso Monte dei Cocci: Via Galvani 18 (incrocio via Zabaglia)

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

Una testimonianza unica al mondo del processo evolutivo della città e un vero e proprio archivio commerciale dell’impero romano. Si tratta del Monte dei Cocci, costituito interamente da frammenti di anfore accumulate per oltre tre secoli. Uno dei tanti gioielli romani visibile ma non visitabile perché sempre chiuso. Il nome del XX rione di Roma porta in sé il legame con questa collina artificiale: «Testaccio» deriva dalla parola latina testae, che significa «fatto di terracotta».

Nello spirito degli attraversamenti urbani proposti da Marmorata169 un’incursione
in un sito così peculiare nel passato e nel presente della città di Roma non poteva mancare.
Durante la passeggiata leggeremo insieme testimonianze poetiche e letterarie su questa parte nascosta di Roma. Dalla cima è possibile osservare i punti più belli della nostra città: venite muniti di macchine fotografiche, i vostri scatti saranno condivisi e i migliori premiati con un regalo legato al Monte.
Il nostro attraversamento si concluderà al “Caffè del Seme e la Foglia” di fronte al Monte dei Cocci, dove potrete vedere anche la mostra fotografica sul rione Testaccio della sociologa urbana Irene Ranaldi. Si raccomanda la massima puntualità. Oltre l’orario stabilito il custode chiuderà i cancelli.
Ritrovo: ore 9.00 ingresso Monte dei Cocci Via Galvani 18 (incrocio via Zabaglia)
Conduce: Irene Ranaldi | Letture dal vivo: Michele Costabile

Costo: 4 euro (quota dovuta al Comune) + 5 euro (tessera annuale Marmorata169)

Prenotazione obbligatoria via mail: marmorata169@gmail.com Info: 338.5462859

monteTutte le date dell’apertura del Monte dei Cocci:
20 giugno 2014
12 luglio 2014
13 settembre 2014
27 settembre 2014
9 novembre 2014

marmoroma_capitale_centrostorico

 


Presentazione di “Roma negata” L’incontro con gli autori

roma negata

“Roma negata. Percorsi postcoloniali nella città “(Ediesse, Collana Sessismoerazzismo), di Igiaba Scego e Rino Bianchi.

Irene Ranaldi, sociologa urbana e vicepresidente di Marmorata169, modererà l’incontro con gli autori del libro. La serata sarà accompagnata dalla proiezione del lavoro fotografico di Rino Bianchi e da filmati e documenti sonori dell’epoca fascista. Si terminerà mangiando tutt* insieme.

per info e prenotazioni obbligatorie:

marmorata169@gmail.com

333.1068613

Ingresso con tessera dell’associazione. (5 euro anno solare)

Negli anni trenta del secolo scorso Asmara, Mogadiscio, Macallè, Tripoli, Adua erano nomi familiari agli italiani. La pro paganda per l’impero voluta da Benito Mussolini era stata battente e ossessiva.

Dai giochi dell’oca ai quaderni scolastici, per non parlare delle parate, tutto profumava di colonie. Di quella storia ora si sa poco o niente. Anche se in Italia è forte la presenza di chi proviene da quelle terre d’Africa colonizzate. Ci sono eritrei, libici, somali, etiopi.

Il libro riprende la materia dell’oblio coloniale e la tematizza attraverso alcuni luoghi di Roma che portano le tracce di quel passato disconosciuto. I monumenti infatti, più di altre cose, ci parlano di questa storia, dove le ombre sono più delle luci. Prende vita così un’analisi emozionale dei luoghi voluti a celebrazione del colonialismo italiano, attraverso un testo narrativo e delle fotografie.

In ogni foto insieme al monumento viene ritratta anche una persona appartenente a quell’Africa che l’Italia ha invaso e dimenticato. Una sorta di riappropriazione della storia da parte di chi è stato subalterno. Una riappropriazione per costruire finalmente un’Italia decolonizzata, multiculturale, inclusiva, dove ogni cittadino possa essere finalmente se stesso.

roma negata2

 

Rino Bianchi, fotografo e fotogiornalista professionista dal 1990, collabora con le più importanti testate italiane ed estere con servizi di costume, people, reportage e ritrattistica.

Igiaba Scego, scrittrice e attivista, è presidente dell’associazione «Incontri di civiltà». Collabora con varie testate giornalistiche italiane ed estere. Si occupa di migrazioni, letteratura e società. Il suo ultimo libro La mia casa è dove sono (Rizzoli/Loescher) ha vinto il premio Mondello.

Acquedotto Felice e la Scuola 725 Il libro e il documentario

Don Sardelli
“Con la scuola 725 noi trovammo la forza consapevole di dire a tutti chi realmente eravamo, senza più paura”. Nella baraccopoli dell’acquedotto Felice alla fine degli anni ‘60 don Roberto Sardelli, animato da “un lampo di follia creativa”, fondò la Scuola 725, cosiddetta dal numero civico della baracca che la ospitava. Propose ai ragazzi che allora vi abitavano lo studio come leva per uscire da una situazione umiliante in cui la città li aveva gettati e per prendere coscienza della situazione che li aveva discriminati, con l’obiettivo di riconquistare dignità.
Stasera, venerdì 16 maggio alle ore 18.00 Marmorata169 si sposta in Via Costanzo Cloro presso la sede del Wsp.
Dedicheremo una serata all’esperienza straordinaria della Scuola 725, una serata organizzata insieme al Wsp e alla Biblioteca Raffaello di Via Tuscolana 1111.
Ripercorreremo insieme a Don Roberto Sardelli la storia e gli eventi legati alla scuola 725, come la lettera al sindaco del 1970, e ci interrogheremo su cosa è cambiato oggi, a ormai 40 anni dalla fine di quell’esperienza, ma anche sull’attualità e il valore politico di quel messaggio: “Crediamo – scrive don Roberto – che questo sia il compito di una scuola: creare una comunità di persone e non individui isolati; educare al servizio degli altri e non all’arrembaggio dei primi posti.”
L’appuntamento è alle ore 18 con Don Roberto Sardelli che per l’occasione presenterà il libro “Vita di borgata. Storia di una nuova umanità tra le baracche dell’acquedotto Felice” (2013, Edizioni Kurumuny).
A seguire un aperitivo e alle ore 20,30, la proiezione del documentario “Non tacere” di Fabio Grimaldi (2007, 50’. Blue Film) che racconta la storia di vita di Don Roberto Sardelli e della decisione di rincontrare i suoi ex-allievi per scrivere, come allora, una lettera al sindaco di Roma, denunciando le nuove povertà e le nuove ingiustizie. Ingresso gratuito al Wsp in Via Costanzo Cloro 58 riservato ai soci ENAL. È possibile tesserarsi il giorno stesso dell’evento.